STAI ZITTA! uno spettacolo – davvero – necessario
Ieri mattina ricevo un messaggio su Instagram di una follower, mi annuncia tutta felice è uscito finalmente il link per prenotarsi allo spettacolo STAI ZITTA! del 5 maggio, a Padova, al Teatro Verdi.
Dopo pochi minuti mi chiama la nostra organizzatrice per confermarmi quanto avevo letto nel messaggio e darmi il link. Sia io che Valentina che Teresa lo abbiamo pubblicato subito nelle nostre storie su Instagram e dopo meno di un’ora, ecco i messaggi di alcune follower che mi comunicano non c’è già più posto.
In meno di un’ora sono arrivate 500 prenotazioni. D’accordo, l’ingresso è gratuito, questa voracità si è vista anche per le repliche con posti a pagamento.
Ho iniziato ad immaginare le persone che mettono in atto un costante monitoraggio, quasi quotidiano, per garantirsi la possibilità di prendere finalmente posto per assistere al nostro spettacolo. Quasi peggio di una prenotazione per una visita medica. Stai lì davanti allo schermo, controlli e rilanci il sito per fare refresh, fino a quando finalmente ecco la pagina che ti permetterà di ottenere l’appuntamento, oppure come nel nostro caso, la poltrona.
Così STAI ZITTA! si conferma per me esser uno spettacolo necessario, un momento collettivo in cui condividere – e ricordare, ripetere – le parole di Murgia, per restare svegli su quanto sta succedendo nella società di oggi.
Uno spettacolo necessario per capire quali siano le radici della violenza maschile sulle donne, per imparare cosa fare oggi per interromperne la catena, o perlomeno provare a farlo, iniziando ad intervenire proprio sul linguaggio.
Sono tantissimi gli uomini che vengono a teatro, che si interrogano successivamente su quanto visto, ascoltato e sulle emozioni che hanno provato quando è uno di loro ad essere “molestato” da noi. Una molestia messa in scena per cambiare il punto di vista, un esercizio di empatia, cosa proverei se fossi io a ricevere un complimento non richiesto, a non esser creduto se dico no, a sentirmi a disagio per essere a disagio, ad essere colpevolizzato per come sono vestito, se ho sorriso o se sto seduto a gambe aperte?
Grazie Michela per l’opportunità di portare avanti il tuo lavoro e grazie sempre a Valentina che ci ha quasi imposto di fare questo spettacolo.
Per me STAI ZITTA! resterà sicuramente uno degli spettacoli più utili che abbia mai fatto!