La domanda più gettonata alla fine dei miei spettacoli è: “Come fai?” Come fai a cambiare personaggio con un semplice scialle? Con un improvviso cambio di postura? Come fai a farmi vedere luoghi e personaggi diversi con un solo cubattolo in scena? Come fai?
Ci sono due cose che ho imparato negli anni e che uso in ogni spettacolo: la prima è lavorare con il respiro, ovvero il cambio di respirazione mi permette di cambiare personaggio, attitudine fisica, energia nelle azioni. L’ho imparato moltissimi anni fa da una pièce francese in cui un’attrice passava dal ruolo di 30enne a quello di 80enne, senza bisogno di cambiare costumi, voce o di altri trucchi teatrali. Il respiro, mi disse l’autore/regista, cambiando il respiro cambi automaticamente tutto, non hai bisogno di altro. Dubitavo sinceramente fosse possibile, poi con VECCHIA SARAI TU! ci ho provato e … aveva ragione.
Per passare da Armida (80 anni) a Monica (25) e poi a Sabine (45), il cambio di respiro sottolineato dalla posizione diversa dello scialle, è stato più che sufficiente. Respirare coinvolge tutta una serie di muscoli, il respiro, non ci facciamo mai abbastanza caso, può raccontare stati d’animo, esser diverso a seconda se si usano la gola o il diaframma, può modificarsi con le emozioni.
La seconda cosa è la fantasia del pubblico. Non ci si pensa mai abbastanza, eppure tutti abbiamo fantasia. Siamo stati bambini che facevano finta di essere cowboy, astronaute, cantanti … non c’era bisogno di niente, forse di un oggetto che facesse da pistola o da microfono, perché tanto c’era la fantasia che faceva tutto.
Immaginare di essere su un palco, a cavallo, nello studio ovale della Casa Bianca, vestiti bene, male, oppure assetati in mezzo al deserto, o su un pianeta lontano intenti a cercare il tesoro battendoci con strani mostri pericolosissimi, tutto è possibile con la fantasia, non ci sono confini. E il teatro è il luogo migliore dove esercitarla.
La fantasia. Non sottovaluto mai quella del pubblico, perciò in ogni spettacolo uso pochi elementi di scena, ma molte parole che suggeriscano immagini, descrivano luoghi, azioni, atmosfere, così ognuno ascoltando, guardando, potrà vedere tutto. Come quando era bambino.