Maratona parigina

Parigi in questi giorni di primavera ha un cielo così alto e vasto, di un blu intenso, brillante, le nuvole ci corrono veloci, alcune bianchissime, altre nerissime, il sole è forte quando spunta tra una e l’altra, i fiori nelle aiuole, lungo le strade, nei parchi sono coloratissimi, sono tanti, c’è polline ovunque, alberi verde brillante e i giardini nel week end si riempiono di gente mezza nuda sdraiata a prendere il sole, a fare un pic-nic, giocare a carte, amarsi, dormire, tutti fuori, tutti a chiacchierare agli angoli delle strade, nelle terrazze dei “café”, occhiali da sole, si rimane fuori fino a tardi, tanto il sole tramonta alle nove, siamo a nord…. Una primavera già preludio d’estate e di vacanze.

E io?! Io corro! Corro a cercare gli accessori che ancora mancano, i costumi che devono essere quanto più simili a quelli che uso in Italia, corro a fare il sopralluogo in teatro e a parlare col tecnico, corro a tradurre il testo con Carlotta e scegliere i sopra-titoli, a incontrare i co-produttori e dare l’ok per la grafica, corro ad accompagnare la scenografa alla ricerca del legno per il cubattolo e poi corro a prendere la regista, a spedire gli inviti…

Corro dentro e fuori di me, come se correndo potessi arrivare prima a questa data, come se potessi raggiungere più in fretta il 29 maggio, che ormai non ce la faccio più ad aspettare, che nonostante i quattro anni di repliche e le prossime che già aspettano in Italia, questa per me è una data speciale, unica, eccitante, un’esperimento, una prima assoluta, il debutto di una nuova avventura!

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