E’ passato quasi un anno e mezzo da quando ho cominciato ad interrogarmi sul tema dell’immagine. Su quel che vogliamo mostrare o pensiamo sia giusto mostrare di noi agli altri: famigliari, amici, colleghi, conoscenti e sconosciuti. Erano gli albori di Instagram, pochi postavano e soprattutto non c’era stata l’invasione dei facebookiani ad aumentare le foto di gatti, di piedi e del nulla che circonda alcune vite.
Una donna molto bella con profilo pubblico – era il tempo in cui ancora nessuno ti obbligava a proteggerti dalle bannature – postava foto di sè intriganti, sexy e molto divertenti. Quel che mi divertiva, e sorprendeva parecchio però, erano i commenti che venivano postati, in prevalenza da uomini. Mi sorprendeva e divertiva quel tono da persona che ti conosce da sempre, da quello che si è anzi appena alzato dal tuo stesso letto e ti chiede quale marmellata preferisci stamattina sul pane abbrustolito. Ma come, mi dicevo io, scrivi così e non sai nemmeno se e come le puzza l’alito la mattina?! Potere dell’immagine, più seducente spesso di quel che siamo in realtà. Almeno questo è quello che crediamo.
Da allora ho accumulato interviste, incontri, questionari anonimi e nuove amicizie, tra cui quella di questa prima donna.
“Miss ImmaginA” fu tra i primi titoli che mi vennero in mente per questo nuovo spettacolo che sto ancora scrivendo: un incrocio tra ciò che vorrei raccontare e un omaggio a lei che me lo ha ispirato.
Poi ne ho trovato uno più bello e a lei ho dedicato uno dei personaggi protagonisti.